sabato 18 aprile 2020

Panoramica delle dominazioni prima e dopo la presenza islamica in Sicilia



Una veloce panoramica delle dominazioni che si sono avvicendate in Sicilia in epoca medievale dalla fine del V secolo fino all’avvento di Federico II aiuta a definire meglio il contesto all’interno del quale si inserì la cultura araba.
            
È al termine del V secolo che la Sicilia vede la dominazione ostrogota cui seguirà quella bizantina. Giustiniano aveva inviato una spedizione a capo della quale aveva posto Belisario che riuscì nella conquista dell’isola all’inizio della guerra greco-gotica nel 535 diventando a tutti gli effetti provincia bizantina. Forte era lo stato di decadenza dell’economia dell’isola e l’influenza di Bisanzio si rilevò determinante.
            
Nel 663 l’imperatore Costante II, con l’obiettivo di riconquistare Roma, per sfidare i Longobardi e cercare di sfuggire illeso dalla morsa araba, stabilisce la propria sede a Siracusa, ma l’ambiziosa iniziativa fallisce cinque anni dopo con la sua morte.[1]

Successivamente le continue rivolte militari indebolirono il dominio imperiale e permisero agli arabi l’inizio della conquista dell’isola tra 826 e 827. Essi avevano già avviato delle incursioni sporadiche, ma incessanti tra il VII e l’VIII secolo, riuscendo ad approdare definitivamente in Sicilia con una spedizione navale salpata dall’odierna Tunisia. Palermo venne occupata e posta come capitale dell’isola nell’831 ed inizialmente venne amministrata dagli emiri Aghlabiti di Qairawan. La completa sottomissione della Sicilia avvenne alla fine del IX secolo, dopo la definitiva espugnazione di Siracusa e Taormina. Caduta la dinastia aghlabita, il comando passò prima nelle mani dei Fatimidi di Tunisia e poi d’Egitto, mentre a partire dalla metà del X secolo il governo sotto i Kalbiti segnò il periodo di maggiore splendore della Sicilia araba.

Una volta cessati i Kalbiti si compromise l’unità dell’isola dal momento che il territorio venne ridistribuito tra i vari signori locali. A questi apparteneva Ibn ath-Thumma emiro di Catania che per contrattaccare militarmente l’emiro di Girgenti invocò l’intervento dei Normanni da poco stabilitisi a Messina: nell’arco di un trentennio gli equilibri si modificarono perché i Normanni avviarono una campagna di conquista dell’isola che venne completata definitivamente nel 1091 con la caduta dell’ultima piazza saracena di Noto.

Assunto il titolo di Gran Conte di Sicilia e di Calabria Ruggero portò avanti una politica di intelligente tolleranza verso i vinti con una graduale rilatinizzazione dell’elemento etnico ed introdusse strutture burocratiche e feudali consolidando la propria autorità. Sulla stessa scia Ruggero II annesse i possedimenti normanni di terraferma assumendo il titolo di Re di Sicilia e di Puglia nel 1130 aprendo un periodo di grande splendore per l’intero suo nuovo regno.

Nel 1194 Enrico VI di Svevia Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero dopo il matrimonio con Costanza d’Altavilla, figlia di Guglielmo II e ultima erede normanna, rivendicò il trono di Sicilia che raggiunse l’apogeo del suo massimo splendore quando alla maggiorità succedette Federico II. Questi regnò fino al 1250 svolgendo una politica di respiro europeo e imperiale, attuò un ridimensionamento dell’elemento musulmano e portò avanti il programma mediterraneo dei Normanni attraverso trattati commerciali coi sultani africani con mire rivendicatorie verso Gerusalemme.



[1] D. CACCAMO, L. MORETTI, A. TAMBORRA, G. VERUCCI, Lessico Universale Italiano, Roma, Enciclopedia Italiana Treccani alla voce “Sicilia” autori e redattori antichità, storia moderna e contemporanea, 1979, pag. 16.


Fonte: "La presenza islamica in Sicilia dalle sue origini fino all'avvento di Federico II: quale eredità per la Trinacria?" di Antonino Carpitella

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