martedì 28 aprile 2020

Mai-col Nino's web - episodio 1



Non vi era bastata la puntata "zero"? Se siete ancora qui significa che non vi abbiamo fatto abbastanza schifo. Sparatevi la prima puntata per ricredervi.

"Mai-col Nino's web" torna in onda su "Network senza confini" con Gabriele Fascetta alla regia e Michael Varelli coadiuvato da Nino Carpitella nella conduzione di questo format dai contenuti altamente discutibili.

Ascolta, ma faresti meglio a non farlo!


Isolamento che fa spazio



Puntata realizzata con Francesca Messina, ispirati dallo spazio urbano che stiamo temporaneamente lasciando alla natura, ci facciamo cullare dalla musica selezionata insieme a Gabriele Fascetta in una atmosfera da fiaba con Nino Carpitella alla conduzione del podcast di resistenza virtuosa alla 40ena attraverso arte e cultura.

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lunedì 27 aprile 2020

Lo psicologo del comportamento alimentare



“Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita” diceva Confucio. In tanti lo riscrivono spesso e io sono d’accordo. Mi presento. Sono una psicologa clinica. Ogni mia personale esperienza, ogni mia nuova consapevolezza mi ha portato ad avvicinarmi ad un mondo ancora oggi poco conosciuto. La psicologia del comportamento alimentare.

“La dieta è l’epidemia dei giorni moderni” chiarisce il grande psicologo Giorgio Nardone. È un paradosso. Spesso non funziona perché non riusciamo a seguirla fino in fondo oppure la portiamo a termine, ma poi recuperiamo tutti i chili che abbiamo perduto. Il termine dieta deriva dal greco δίαιτα (diaita) ovvero abitudine, modo di vivere, da cui il latino diaeta. Impariamo insieme ad intenderla come quel qualcosa che ci aiuterà a vivere nel modo giusto. La dieta NON E’ RESTRIZIONE. È sbagliato porsi unicamente l’obiettivo di riduzione del peso corporeo. Per imparare a nutrirci in maniera equilibrata dobbiamo prendere sempre in considerazione il miglioramento delle condizioni di salute del nostro organismo. A lungo termine. 

Molto spesso mi è capitato di dialogare con persone che pretendono una soluzione sbrigativa ai loro problemi attraverso diete frettolose interrogando i vari motori di ricerca. Cercano di organizzarsi autonomamente, ma di tempo non ne hanno, per cui non fanno altro che aumentare i loro livelli di stress. Provano a regolare la loro alimentazione tramite vari sacrifici e con scarsi risultati. Alcune di queste hanno sviluppato, nel tempo, veri e propri disordini alimentari. In ognuno di noi vi sono conflitti irrisolti molto profondi. Le problematiche alimentari spesso non vengono comprese perché non si è in grado di intendere gli aspetti psicologici che stanno dietro. 

Nel fare una dieta è fondamentale considerare la storia dell’alimentazione e l’identità ad essa connessa. Dopo circa un mese si cominciano ad avere pensieri negativi rispetto allo schema alimentare. Noi psicologi alimentari siamo formati proprio per analizzare queste voci negative. È importante comprenderle e capire le possibili cause che le caratterizzano.  

Il cibo è un’occasione per incontrarsi e fare festa; è un simbolo di abbondanza e di benessere. Ha influenzato la Letteratura antica medioevale, rinascimentale, barocca sino ai brani italiani ed europei letterari contemporanei. Ha influenzato scoperte scientifiche, la tecnologia, la medicina (che sino al Settecento era basata sull’applicazione di principi dietetici). Ad esempio l'antica medicina indiana dell'Ayurveda e il grande potere delle spezie per la cura di numerose patologie. Il cibo è una vera e propria emozione. Possiamo considerarlo come il grande amico che ci sta vicino nel momento del bisogno. Prima di chiederci che cosa mangiare vale la pena chiedersi perché mangiamo, imparando a rimuovere ogni meccanismo di autosabotaggio.

Attraverso un percorso psicologico, sostenuto dalla collaborazione con un equipe di professionisti della nutrizione (biologo nutrizionista, dietologo o dietista) o dello sport, della salute e del benessere sarà possibile analizzare ogni pensiero, ogni storia e ogni sentimento. Questo permetterà di comprendere da cosa è determinato il comportamento e la strategia attuata nei confronti del corpo e dell’alimentazione. Tutto questo permette di ascoltare il nostro corpo instaurando un nuovo rapporto con il cibo. Agire sulle abitudini alimentari senza indagarne le cause non porta mai a cambiamenti duraturi.

Ogni piccolo miglioramento nella gestione delle proprie emozioni e della propria consapevolezza acquisisce un ruolo indispensabile anche a livello alimentare. Proprio come è successo a me! Indubbiamente sarà necessario un certo impegno. Ci saranno momenti difficili da affrontare. Tramite un percorso di questo tipo sarà possibile fare piccoli cambiamenti che faranno la differenza giorno dopo giorno dirigendosi verso il rispetto e  l’amore immenso sia per il proprio corpo che per se stessi.

Dott.ssa Lucrezia Broccio
ambito: Psicologia - based in Messina

domenica 26 aprile 2020

Vivere nel tempo




La vita umana è sempre una vita nel tempo. Nulla è acquisito per sempre. Già, questo è facile a dirsi, ma il difficile è vivere avendone davvero piena coscienza. In fondo ognuno di noi ha la tendenza tutta umana di vivere e pensare cercando di andare al di là dei nostri naturali limiti temporali. "Gli uomini di questa città mangiano e bevono come se dovessero morire domani, ma costruiscono come se non dovessero morire mai" così il filosofo Empedocle descriveva gli abitanti dell'antica Agrigento. Ma perché ci comportiamo così? Perché cerchiamo sempre di andare al di là? La risposta sta già nella domanda: l'uomo anela sempre a superare i limiti imposti dalla sua stessa natura umana, finita e limitata. 

In altre parole, l'uomo cerca di toccare l'infinito, l'eterno, cerca di rendere divina quell'opera tutta umana che conduce ogni giorno. Eppure, ci sono dei momenti in cui l'uomo sembra davvero essere giunto alle porte dell'infinito. Basta pensare agli istanti in cui l'uomo raggiunge l'ispirazione poetica o quella artistica: forse, sono proprio quelli i momenti in cui l'uomo è più vicino a dio. 

"E mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare". 

In tal modo Giacomo Leopardi descrive uno dei più intensi ed emozionanti momenti di estasi poetica. 

Ma perché l'uomo anela al divino? Perché gli "dei sorridono", dice Cesare Pavese nel suo Dialoghi con Leucò. Sorridono perché loro sono potenti e immortali, perché il loro non è un destino di dolore, come è invece quello degli uomini. Ma il divino Achille, nel famoso film Troy, rivela alla sua amante Briseide un segreto molto confortante: "Ti dirò un segreto, una cosa che non insegnano nei templi. Gli dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento può essere l'ultimo per noi. Ogni cosa è più bella per i condannati a morte... E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora! Questo momento non tornerà".

Questo non vuole essere un invito a lasciarsi andare al presentismo, a quell'atteggiamento di chi vive in un eterno presente, fatto di istanti indistinti, in  cui tutto scorre così velocemente da non darci il tempo di meditare su quel che è stato e su quel che sarà. La vita, per essere ricca, ha bisogno di esperienza e le esperienze sono quelle porzioni di temporalità che ci permettono di distinguere un prima e un dopo, dando vita a tante piccole unità in sé aventi senso. Vivere è un vivere nel tempo. 

In fondo, la vita dell'uomo somiglia molto a una coppia di innamorati che si amano in un albergo a ore. Ogni istante è prezioso, dal momento che si sa già che il tempo che ci è stato dato da godere terminerà. Alla fine, quel che rimane, è quell'andarsene in silenzio perfetto, lasciando soltanto i corpi nel letto. Quello che c'è stato prima però è passione, desiderio, amore, odio, energia. Gli dei non hanno bisogno di queste cose, ma noi invece sì. Noi desideriamo, perché siamo profondamente mancanti. Ma non è forse questo desiderio che rende così affascinate e vitale la nostra effimera vita?

Dott.ssa Simona Lorenzano
ambito: Filosofia - based in Catania

venerdì 24 aprile 2020

Living In A Gost Town



Dopo 8 anni di silenzio torna un gruppo che ci ha fatto sognare per anni, stiamo parlando dei Rolling Stone. Il nuovo singolo, “Living in A Gost Town” è stato scritto nel 2019. Dal titolo che tradotto vuol dire “Vivere in una città fantasma” possiamo quasi pensare a un brano profetico: non è stato scritto di recente, ma riprende appieno la situazione attuale.

Nel testo si parla di un posto pieno di vita, un posto poco prima meraviglioso che ad un certo punto si spegne e dove improvvisamente tutti diventano fantasmi in una città fantasma.

Il brano è stato scritto circa un anno fa per la realizzazione del nuovo album, ma vista la situazione, piuttosto che aspettare, il gruppo ha deciso di far uscire il singolo pensando di raccontare cosa le persone stanno vivendo in questi giorni. 

Non meno importante è il video che accompagna la canzone con gli effetti del lockdown nelle diverse capitali del mondo, mettendo in evidenza le città deserte. Vi consigliamo di dedicare un paio di minuti a questo brano, non ve ne pentirete.


Barbara Zucca e Gabriele Fascetta

mercoledì 22 aprile 2020

La presenza bizantina in Sicilia

Sedimentazione della precedente presenza greca
premessa per comprendere le successive fasi della storia giuridica della Trinacria


L’orma di Bisanzio e della relativa civiltà bizantina in Sicilia non fu per niente lieve. Sicuramente venne attenuata dal lungo tempo intercorso e la successione di altre “dominazioni”, però tra tutte le città d’Italia, subito dopo Ravenna, è possibile collocare Palermo perché custode di ricche testimonianze della tipica arte imperiale bizantina. Prova ne sono i mosaici della Martorana, della Cappella Palatina, del Duomo di Monreale che perpetuamente risplendenti illuminarono anche l’apogeo dei re Normanni di Sicilia, spesso imitatori della Bisanzio imperiale perché attratti dal fascino della sua civiltà.

Risulterebbe limitante parlare esclusivamente della contaminazione arabo-normanna poiché bisogna tenere in considerazione l’elemento bizantino per una corretta prospettiva storica di una qualsiasi indagine sul passato siciliano. Il senso dei trascorsi, unito alla consapevolezza delle successioni storiche e culturali, non permette di trascurare l’ombra di Bisanzio che si è estesa sull’isola mediterranea per quasi un millennio. 

Non bisogna dimenticare che all’alba della sua storia la Sicilia è stata innanzitutto greca. Successivamente divenne romana per sette secoli, interrotti poi dall’arrivo di popolazioni barbariche che si insinuarono approfittando della caduta dell’Impero d’Occidente.

Quando poi Giustiniano rivendicò l’eredità della vecchia Roma, sgomberò l’Africa romana dai Vandali e nel 535 d.C. Belisario fece lo stesso ai danni dei Goti per avviare la riconquista dell’intera penisola: l’isola rientrò a far parte dell’Oriente greco legandosi gradualmente al Levante grazie alla fitta rete di traffici commerciali. La Sicilia per la sua posizione baricentrica all’interno del Mediterraneo diventò la nuova via di penetrazione verso l’Occidente barbarico per le espressioni religiose e artistiche bizantine provenienti anche dall’Egitto e dalla Siria. Il rapporto di compenetrazione con l’impero fu tale che Siracusa ne fu provvisoriamente capitale: Costante II succeduto ad Eraclio vi risedette per quasi cinque anni e non intendeva fare ritorno a Bisanzio per il fascino che la città aveva esercitato su di lui.

Questa digressione è coerente con il tema affrontato perché quando avvenne l’occupazione islamica della città di Siracusa nell’878 e nonostante la conquista araba del resto dell’isola, la Sicilia continuerà a conservare un gusto bizantino nelle forme culturali e della vita religiosa.

Nella penisola italiana, per un più lungo periodo di tempo, Bisanzio mantenne il caposaldo di Ravenna ed un suo diretto interlocutore cristiano a Roma. L’Esarca di Ravenna divenne gradualmente una sorte di viceré in esilio, dedito alla quasi esclusiva trasmissione degli ordini da Bisanzio al Vescovo di Roma che quest’ultimo puntualmente trasgrediva.

L’obbedienza di Roma a Bisanzio veniva ribadita con livore sempre più polemico anche perché desiderava assurgere ad unica capitale morale di quanto era rimasto dell’Impero d’Occidente, ma i grandi concili ecumenici non riconobbero mai questa paventata supremazia. Come vedremo, la fine definitiva dei rapporti tra Roma e Bisanzio sarà poi scandita dalla presa di posizione su alcune dispute religiose-teologiche ed il dissidio relativo al culto delle immagini sacre.


B. LAVAGNINI, Studi Bizantini e Neoellenici, La storia dell’ISSBI, Palermo.
R. GERVASO, I. MONTANELLI, Storia d’Italia, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.

Immagine - www.storiaromanaebizantina.it

Testo estratto da "La presenza islamica in Sicilia dalle sue origini fino all'avvento di Federico II: quale eredità per la Trinacria?" di Antonino Carpitella

Arte e spiritualità di Prekalori Emanuela


L'artista ha acconsentito a condividere alcune sue opere all'interno del nostro Network. Come lei anche noi amiamo tutto ciò che è arte, inteso in senso ampio nella sua profondità e riflessione, nell'accezione della sua autentica vitalità.

Ciò che colpisce delle sue opere, oltre alla tecnica a rilievo ideata da Prekalori Emanuela stessa, sono le sue riflessioni personali che accompagnano per mano lo spettatore ad una "inaspettata" considerazione introspettiva a tutto tondo. E' palpabile quanto l'espressione creativa dell'artista nasca direttamente dal suo vissuto e dal suo percorso di fede.

"Oasi" - tecnica mista, unica (50 x 35) del 2011

Un punto di arrivo, un nuovo inizio. Un percorso di iniziale smarrimento, confusione, ferite del passato in uno spazio infinito, creato da un tortuoso e tormentato movimento. Vivere vuol dire attraversare una esistenza a volte fatta da deserti, saper affrontare un cammino faticoso, solo apparentemente privo di speranze presenti e future.

La preghiera e la fede rappresentano il mezzo per proseguire senza arrendersi. La forza unita alla continua ricerca per giungere finalmente alla concretizzazione di una Nuova Vita: la fonte d'acqua cui ognuno anela.

Arte e parole di Prekalori Emanuela si fondono in un climax straordinario finché un sentiero indicato e ben segnato ci conduce in quell'Oasi tanto agognata. Luogo sicuro all'interno del quale ritrovare quotidianamente la pace, l'ordine e la chiarezza di cui ha bisogno la nostra anima.

L'opera segna l'incipit dell'utilizzo di una tecnica che riesce a rendere in maniera vivida il passaggio dal buio alla luce: una reale testimonianza di vita affrontata con coraggio. L'inizio di una evoluzione piena di speranza in cui tutti i fruitori possono ben immedesimarsi. Non è la Storia di una "semplice" vita personale, ma lo specchio dell'Umanità intera.

martedì 21 aprile 2020

Mai-col Nino's web


Eravamo partiti così bene, Mr Varelli stroncherà sul nascere tutti i nostri buoni propositi. In fondo trovate il link dove poter ascoltare la pessima puntata pilota: il Team di "Senza Confini vi sconsiglia vivamente di farlo!


Anzi, forse smettere di seguire la nostra pagina e cancellarci dai vostri amici è l'unico modo per mettersi al riparo dai contenuti raccapriccianti di questo nuovo format pensato, scritto e realizzato da Michael Varelli. Si salvi chi può.

NON ASCOLTARLO, SCAPPA!

Una finestra sul mondo



Nulla cancellerà la certezza di quanto il contatto con l'altro non rappresenti un pericolo, ma una profonda ricchezza. Puntata di Silvia Carpitella dall'Inghilterra ai nostri microfoni con Gabriele Fascetta alla regia e Nino Carpitella alla conduzione del podcast di abbattimento dell'isolamento a suon di cultura e musica.

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Nuova sezione "Benessere e salute" di Lucrezia Broccio



Entra a far parte del Team di "Network senza confini" Lucrezia Broccio, curerà la sezione "Benessere e salute" del nostro portale. Inaugurerà la sua collaborazione con interessanti articoli relativi alla salute dell'individuo a 360gradi. Non vediamo l'ora di leggere i suoi consigli e le sue strategie per il mantenimento della salute mentale e fisica in 40ena.

Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana. Nell’anno 2017 ha concluso i suoi studi in Psicologia Clinica con indirizzo Criminologico presso l’Università degli Studi di Enna “Kore” con tesi dal titolo “I rischi psicosociali nel Corpo della polizia penitenziaria” con votazione 110 e lode. Ha conseguito con il massimo dei voti il Master in Scienze Criminologiche e Psicologia Giuridica presso l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Catania.


Chi desideri contattarLa - email studio professionale

lunedì 20 aprile 2020

La promo del nostro podcast su "Zak On Air"



Filippo Messina e Valentina Villabuona, insieme a Vincenzo Accardi, ci hanno concesso alcuni minuti all'interno del loro programma radiofonico per raccontare la nascita dell'idea "Senza Confini" e la genesi del nostro Network di resistenza virtuosa alla quarantena.

Siamo pronti per questa nuova avventura dove ci racconteremo attraverso musica, cinema e letteratura per riflettere sulla vita (senza prenderci troppo sul serio) e soprattutto per provare ad alleggerire le giornate dei nostri ascoltatori.

sabato 18 aprile 2020

Panoramica delle dominazioni prima e dopo la presenza islamica in Sicilia



Una veloce panoramica delle dominazioni che si sono avvicendate in Sicilia in epoca medievale dalla fine del V secolo fino all’avvento di Federico II aiuta a definire meglio il contesto all’interno del quale si inserì la cultura araba.
            
È al termine del V secolo che la Sicilia vede la dominazione ostrogota cui seguirà quella bizantina. Giustiniano aveva inviato una spedizione a capo della quale aveva posto Belisario che riuscì nella conquista dell’isola all’inizio della guerra greco-gotica nel 535 diventando a tutti gli effetti provincia bizantina. Forte era lo stato di decadenza dell’economia dell’isola e l’influenza di Bisanzio si rilevò determinante.
            
Nel 663 l’imperatore Costante II, con l’obiettivo di riconquistare Roma, per sfidare i Longobardi e cercare di sfuggire illeso dalla morsa araba, stabilisce la propria sede a Siracusa, ma l’ambiziosa iniziativa fallisce cinque anni dopo con la sua morte.[1]

Successivamente le continue rivolte militari indebolirono il dominio imperiale e permisero agli arabi l’inizio della conquista dell’isola tra 826 e 827. Essi avevano già avviato delle incursioni sporadiche, ma incessanti tra il VII e l’VIII secolo, riuscendo ad approdare definitivamente in Sicilia con una spedizione navale salpata dall’odierna Tunisia. Palermo venne occupata e posta come capitale dell’isola nell’831 ed inizialmente venne amministrata dagli emiri Aghlabiti di Qairawan. La completa sottomissione della Sicilia avvenne alla fine del IX secolo, dopo la definitiva espugnazione di Siracusa e Taormina. Caduta la dinastia aghlabita, il comando passò prima nelle mani dei Fatimidi di Tunisia e poi d’Egitto, mentre a partire dalla metà del X secolo il governo sotto i Kalbiti segnò il periodo di maggiore splendore della Sicilia araba.

Una volta cessati i Kalbiti si compromise l’unità dell’isola dal momento che il territorio venne ridistribuito tra i vari signori locali. A questi apparteneva Ibn ath-Thumma emiro di Catania che per contrattaccare militarmente l’emiro di Girgenti invocò l’intervento dei Normanni da poco stabilitisi a Messina: nell’arco di un trentennio gli equilibri si modificarono perché i Normanni avviarono una campagna di conquista dell’isola che venne completata definitivamente nel 1091 con la caduta dell’ultima piazza saracena di Noto.

Assunto il titolo di Gran Conte di Sicilia e di Calabria Ruggero portò avanti una politica di intelligente tolleranza verso i vinti con una graduale rilatinizzazione dell’elemento etnico ed introdusse strutture burocratiche e feudali consolidando la propria autorità. Sulla stessa scia Ruggero II annesse i possedimenti normanni di terraferma assumendo il titolo di Re di Sicilia e di Puglia nel 1130 aprendo un periodo di grande splendore per l’intero suo nuovo regno.

Nel 1194 Enrico VI di Svevia Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero dopo il matrimonio con Costanza d’Altavilla, figlia di Guglielmo II e ultima erede normanna, rivendicò il trono di Sicilia che raggiunse l’apogeo del suo massimo splendore quando alla maggiorità succedette Federico II. Questi regnò fino al 1250 svolgendo una politica di respiro europeo e imperiale, attuò un ridimensionamento dell’elemento musulmano e portò avanti il programma mediterraneo dei Normanni attraverso trattati commerciali coi sultani africani con mire rivendicatorie verso Gerusalemme.



[1] D. CACCAMO, L. MORETTI, A. TAMBORRA, G. VERUCCI, Lessico Universale Italiano, Roma, Enciclopedia Italiana Treccani alla voce “Sicilia” autori e redattori antichità, storia moderna e contemporanea, 1979, pag. 16.


Fonte: "La presenza islamica in Sicilia dalle sue origini fino all'avvento di Federico II: quale eredità per la Trinacria?" di Antonino Carpitella

giovedì 16 aprile 2020

Ho imparato a sognare di Irene Sardella

Come ci suggeriscono i Negrita, abbiamo imparato a sognare. Perché questa situazione ci ha tolto purtroppo tante cose, ma sicuramente non può toglierci l’immaginazione e nemmeno i sogni. Non era forse John Lennon a cantare che qualcuno avrebbe potuto dargli del sognatore? Ma, come conclude lui stesso, non era certo il solo!


Ognuno di noi prima di rimanere inaspettatamente e improvvisamente bloccato in casa aveva dei progetti. Ognuno di noi aveva degli impegni, dei programmi, delle esigenze. Ognuno di noi aveva, insomma, una vita prima di tutto questo e continuerà ad averla anche dopo, seppur forse un po’ cambiata. Stiamo rinunciando a molto, è vero e innegabile, dalle cose più semplici e scontate, forse banali, a quelle più importanti. Tutto è in stand-by, compresi noi. Ma non i nostri pensieri. E questa è una grandissima fortuna. Perché, nonostante i momenti di sconforto e confusione, di dubbi più che legittimi e preoccupazioni di ogni tipo, abbiamo tempo e spazio per lasciarci andare a tutti i nostri pensieri. Pensieri di ogni tipo, anche quelli che non avremmo mai immaginato di potere avere, anche quelli cui non abbiamo mai avuto il coraggio di dare forma. Sogniamo a occhi aperti.

E allora, coraggio! Attiviamo la nostra fantasia! Fermiamoci per un attimo e pensiamo a tutto ciò che potremmo fare una volta tornati alla nostra quotidianità. Chi l’avrebbe mai detto che ci sarebbe mancata una routine?! Quante cose date spesso per scontate, adesso ci mancano come l’aria. Quanto sentiamo il bisogno di una “normalità”. E allora pensiamo a quanto sarà bello tornarci! Pensiamo a quanto sarà bello tornare a fare tutto, ma come se lo stessimo facendo per la prima volta, quasi con la stessa emozione di un bambino alla scoperta del mondo; probabilmente certe cose non torneremo semplicemente a farle, ma le ricominceremo da zero. Perché forse l’unica cosa certa è che inizieremo a dare un peso vero e diverso alle cose e a tutto quello che abbiamo sempre definito “normale”.

Arriverà il momento in cui potremo rimontare i pezzi del nostro puzzle, in cui dovremo ricominciare a ri-costruirci e proprio per questo la piccola medicina musicale di oggi si chiama “Costruire” di Niccolò Fabi.

E adesso chiudi gli occhi e immagina una gioia. Per me è certamente il mare. E tu? A cosa pensi? Quale sarà la prima cosa che farai una volta tornato alla “normalità”?

lunedì 13 aprile 2020

Gli uni sui passi degli altri



Quanto siamo individualisti? Stiamo cercando di migliorarci concretamente per permettere alla Pasqua la rinascita della migliore parte di noi stessi? Puntata di Stefania Lombardo, psicologa e psicoterapeuta, con interessanti spunti di riflessione sulla interconnessione umana. Gabriele Fascetta alla regia con Nino Carpitella alla conduzione del podcast di virtuosa resistenza musicale e culturale alla 40ena.

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Domani, martedì 14 aprile, alle 19.00 saremo in diretta sul nostro canale Instagram sul tema "Esistenza in attesa di risposta" con Pietro J. Caleca - @young_office_prayer di Tobia Brasiliani e Irene Bonetti. 

sabato 11 aprile 2020

Lettera all'umanità di Alessia Bianco



Cari umani,
È trascorso quasi un mese dall'ultima lettera scritta, io vi guardo ancora da questa Luna straordinaria. A dir la verità mi piacerebbe scoprirne in toto la bellezza enigmatica, il fascino silenzioso. Sempre diversa, a volte delicata, a volte intensa, ma vostra fedele compagna nelle notti più oscure. Ma no, non posso e non voglio, la mia priorità siete voi e poco importa se rimango immobile, se smetto ancora un po' di scorrere.

Siete in guerra con un nemico terribile, impercettibile ad occhio nudo e, penserete voi, come potete combattere ciò che non riuscite a vedere? Vi invade, entra nel vostro corpo improvvisamente e senza alcun tipo di rumore, non bussa sicuramente alla porta chiedendovi il permesso di potervi, in qualche modo, distruggere.
Questo vi terrorizza, leggo chiaramente la paura nei vostri occhi, ma non permettetele di paralizzarvi, di sovrastarvi.

Credo che il coraggio riesca a venir fuori, quasi prepotentemente e con una potenza immane, nel momento in cui qualcosa diventa più importante della paura stessa. In gioco c'è la vostra vita, il bene più prezioso che avete. Ma questo lo sapete già, siete tenaci, testardi e con una voglia matta di vivere nonostante i colpi presi vi abbiano reso vulnerabili, fragili e frangibili.

Mi commuove la meravigliosa umanità delle persone che provano e riprovano a ridarvi il respiro, lo stesso respiro che vi è stato rubato dal più infido degli avversari. Li vedo dietro quelle mascherine i volti segnati dalla stanchezza ma sempre sorridenti, è fondamentale dare speranza alle persone malate, sofferenti, completamente in isolamento. Non hanno poteri speciali, ma sono davvero degli eroi coloro che stanno combattendo, ahimè momentaneamente non ad armi pari, questa guerra muta.

La mia estrema gratitudine va a loro! Purtroppo ho visto anche tantissime vittime prese da una morte mai in ritardo, famiglie dilaniate dal dolore e stanze stracolme di bare. Avete perso qualche battaglia, ma la guerra non è finita, fate in modo che sia questo maledetto virus ad essere messo completamente in ginocchio.

E quando verrà definitivamente sconfitto scoprirete un mondo che, in vostra assenza, ha ripreso tra le mani la bellezza originale, colori e sfumature che avete dimenticato. Ed io, data la gravità della situazione attuale in cui vi trovate, non posso fare altro che essere magnanimo, gentile, donandovi quello che sono.

Vi supplico ancora una volta di non sprecare i secondi, i minuti, le ore, i giorni ed i mesi a vostra disposizione. Non potrò certo rimanere eternamente quassù, anzi non vedo l'ora di trovarmi di nuovo tra voi, vedervi nascere, crescere ed invecchiare. Quando tutto sarà finito aprirete i cassetti dei sogni che avete chiuso a doppia mandata, aprirete gli armadi dove avete chiuso tutte le paure, direte parole non dette e mancanze taciute.

Assaporerete l'iperbolica intensità di un bacio o di uno sguardo fugace, farete l'amore permettendo alle vostre anime di toccarsi. Ascolterete l'eco dei sentimenti più grandi e vi butterete in caduta libera.

Un abbraccio,
IL VOSTRO TEMPO

giovedì 9 aprile 2020

Volontà e guarigione



Avventuriamoci nel "Paese delle meraviglie" che potremmo far diventare la nostra vita. Irene Sardella tra musica e letteratura ci traccia la strada: non intende farvi smarrire, semmai correrete il rischio di ritrovare voi stessi. Alla regia Gabriele Fascetta con Nino Carpitella alla conduzione del podcast di resistenza virtuosa alla 40ena.

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Scrivi a networksenzaconfini@gmail.com per partecipare!


mercoledì 8 aprile 2020

How I'm feeling now di Gabriele Fascetta



Ciao ragazzi, 
Oggi vogliamo parlarvi di Charli XCX, un'artista che ha registrato un intero album da casa attraverso una piattaforma di videoconferenza. Nonostante il periodo che stiamo attraversando rimanere positivi va di pari passo con l’essere creativi: per questo la cantante ha approfittato di questo momento sfruttando la grande disponibilità di tempo a disposizione per creare un album.

La natura di questi brani è molto evocativa perché sono stati utilizzati esclusivamente i soli strumenti che si hanno a disposizione per creare tutta la musica negli artwork ed in tutti i video "fai da te". 

Charli XCX ha aperto anche un indirizzo email dove i fan e chiunque può mandarle suggerimenti in quanto il senso del progetto e indirizzato alla pura collaborazione affinché ognuno possa esplorare la propria creatività e dare un contributo personale.

L'album si intitola "How I’m feeling now" ed uscirà il 15 maggio: noi non vediamo l'ora di ascoltarlo! Ora potete mettervi comodi, godetevi il tempo a vostra disposizione dal momento che non siamo più rincorsi da nessuno: siamo noi ad addomesticarlo, come suggerisce l'ultima puntata del nostro podcast, quindi potete dedicarvi al brano di Charli XCX che abbiamo selezionato per voi... 

martedì 7 aprile 2020

Addomesticare il tempo



Nino Carpitella e Martina Emanuela Palermo si affrontano dialetticamente, forse danzano, sulle note di Gabriele Fascetta. In questa puntata trattiamo i concetti di "tempo" e "limite" da Giacomo Leopardi fino a Giuseppe Tornatore.

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domenica 5 aprile 2020

Nuova dimensione d'incontro



Essere un buon "Telemaco" può aiutarti nello sprint in partenza, se però non impari ad essere abbastanza "Giona" non puoi andare troppo lontano. Puntata di Simona Lorenzano dedicata a chi desidera dare la giusta rotta alla propria esistenza: la filosofia e l'introspezione aiutano sempre ad imboccare la strada giusta. Selezione musicale e montaggio ad opera di Gabriele Fascetta con Nino Carpitella alla conduzione del podcast di resistenza virtuosa alla 40ena.

ASCOLTA LA PUNTATA

sabato 4 aprile 2020

Desiderio dei desideri di Victoria Maribel Astuto



La noia, è definita dal vocabolario quale «senso di insoddisfazione, di fastidio, di tristezza, che proviene o dalla mancanza di attività e dall’ozio o dal sentirsi occupato in cosa monotona».

Quindi ci annoiamo perché o non abbiamo nulla da fare o perché facciamo sempre la stessa cosa. Beh, in questo periodo di emergenza sanitaria spesso ci capita di stare a casa, senza far nulla o facendo sempre le stesse “dannate” cose.

Un po’ come nel film “Ricomincio da capo”. Il protagonista del film, un uomo cinico e annoiato, viene costretto da un incantesimo a rivivere sempre la stessa giornata. Si trova cosi bloccato per sempre a vivere in un piccolo paesino di provincia, in una giornata invernale in un contesto sociale che sembra avere poco da offrirgli. La svolta avviene quando al posto di concentrarsi sugli aspetti negativi della sua situazione comincia a valorizzare gli aspetti positivi della sua vita (tranquilli, non vi spoilero il finale!).

Come sempre, tutto dipende dal nostro punto di vista e da come ci poniamo dinanzi alla vita. Infatti, se la noia della routine è pericolosa, ancora più pericolosa è la noia dell’anima: Lev Tolstoj definisce la noia quale “il desiderio di desideri”.  

Sappiate che c’è sempre qualcosa da fare per noi stessi. Dobbiamo prendere coscienza: secondo  Ugo Foscolo, “la noia proviene da debolissima coscienza dell’esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire”. Quindi, è semplice: dobbiamo agire!

La coscienza è uno strumento di precisione dalla sensibilità estrema. Infatti, la coscienza non inganna mai; è la vera guida dell’uomo: essa sta all’anima come l’istinto sta al corpo (Jean-Jacques Rousseau).

La soluzione vincente contro la noia? Imparare a essere pienamente presenti nella propria realtà. Per questo oggi, io, faccio i complimenti a voi; voi che in questa situazione vi siete dimostrati solidali, coscienti delle difficoltà vissute da tante, tantissime persone.

Il cambiamento muove sempre da noi. Se vogliamo cambiare il mondo, prima dobbiamo cambiare noi stessi, coltivando la bontà d’animo. Poi dobbiamo esternare il cambiamento. La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza di pensieri crea profondità. La gentilezza nel donare crea amore.

Ora è il tempo di sognare! Conoscetevi nell’intimo, comprendetevi e createvi dei sogni, fissate degli obiettivi. Appena sarà possibile, impegnatevi con tutte le vostre forze per realizzarli!

Ho perso il conto dei giorni di Silvia Carpitella



Il 9 marzo scorso, verso le dieci di sera, ricevetti una telefonata da mia madre, telefonata a cui non risposi immediatamente, dal momento che avevo scordato il cellulare in modalità silenziosa. Quando, dopo pochi minuti, trovai la chiamata e pigiai il tasto verde per richiamare, una sensazione d’ansia si impadroniva progressivamente di me: mia madre non chiama mai a quell’ora, doveva essere successo qualcosa. “Ehi Silvia mia” “Mami dimmi” “Hanno appena bloccato l’Italia, mi sa che avrai difficoltà per tornare” “Che significa ‘hanno bloccato l’Italia’?” “L’intera Italia è stata appena dichiarata zona rossa per emergenza coronavirus”.

In quel momento avevo appena terminato un’esperienza di ricerca in Inghilterra. Quello stesso giorno avevo chiuso le mie valigie, lasciato il mio appartamento in affitto, avuto l’ultimo meeting di lavoro e preso un treno da Sheffield per Londra, dove il mio aereo per tornare a casa sarebbe partito tre giorni dopo. Aereo che decisi di non prendere, restando bloccata in terra straniera fino a data da destinarsi, momentaneamente senza casa, piena di bagagli e di confusione in testa.

L’Italia è stata il primo paese d’Europa ad aver preso serie misure di contenimento del virus, primo Paese per numero di contagi dichiarati. Dichiarati, appunto. Anche a distanza di settimane, rimane la forte sensazione che gli altri Paesi abbiano in principio affrontato il problema con imperdonabile leggerezza, manipolando i dati reali, cosa che ha avuto certamente impatto negativo sulla formazione di una coscienza consapevole nei cittadini. Ecco che per me, così come per tantissimi altri italiani residenti all’estero, la notizia di blocco del mio Paese giunse come una doccia gelida. Mi ero sempre tenuta informata ma non avevo fino a quel momento percepito il pericolo come “reale”, dal momento che in Inghilterra la vita continuava a proseguire normalmente.

Nei giorni immediatamente successivi, tra discorsi sull’immunità di gregge e indifferenza dell’Europa verso quello che ovviamente è un problema comune, non soltanto italiano, iniziai a maturare un profondo orgoglio per le posizioni assunte dall’Italia, orgoglio che ad essere sincera non mi accadeva di provare da parecchio tempo. In questo momento storico, le cose funzionano meglio da noi piuttosto che all’estero, e dobbiamo farci caso. Stiamo dando una sorta di lectio magistralis di civiltà, dimostrando davvero di tenere alla salute delle persone più che all’economia. Perché se una nazione non si sa fermare in questo momento di emergenza mondiale e, soprattutto, non ha a cuore la tutela dei propri figli più vulnerabili, non si può affatto parlare di progresso.

Quali sono le cose che il coronavirus mi ha tolto? In realtà, a ben pensarci, non mi ha tolto nulla di davvero importante. Tutte le persone che amo stanno bene. Tutto il resto passa tristemente ma inesorabilmente in secondo piano: sembra non ci sia spazio adesso per sogni e progetti personali. Eppure ne avevo così tanti, grandi e variegati.
Da Londra ritornai quindi a Sheffield, dopo aver affittato in fretta e furia un monolocale dove mettermi in isolamento volontario (eh già, l’Inghilterra avrebbe poi adottato misure di sicurezza simili a quelle messe in campo dall’Italia soltanto molti giorni dopo). Una volta chiusa nel mio piccolo appartamento sentii di essere come in una prigione e, quella sera, una nostalgia e una tristezza infinite si impossessarono totalmente del mio cuore.

Libertà. Un diritto inalienabile, un concetto talmente tanto scontato da sembrare quasi banale, finché non si è costretti a sacrificarla, in questo caso, in virtù di un bene superiore. Mi commuove vedere come la maggior parte dei miei concittadini giudichi come bene superiore la salute e la tutela dell’altro, non soltanto perché una legge di restrizione della mobilità lo impone ma soprattutto perché la propria coscienza civica l’ha reso un dettame morale. Mi commuove vedere l’esplosione di creatività, la trasmissione di messaggi positivi per farsi forza l’un l’altro, l’ideazione di tante forme nuove di comunicazione e iniziative per fare in modo che questo tempo non sia sterile, che porti frutto.

Sono un’appassionata viaggiatrice, mi definirei uno spirito libero e selvaggio che ama profondamente la relazione con le persone. Più di tutti i miei viaggi, questo è ciò che mi manca davvero. Mi riscopro ad avere paura nel non mantenere le dovute distanze di sicurezza dalle altre persone quando vado a fare la spesa, a voltare il viso scansandomi di scatto quando qualcuno mi passa inavvertitamente accanto. Questo è ciò di cui mi stanno davvero privando questi tristi giorni. L’impossibilità di stringere una mano a uno sconosciuto, di scambiare qualche battuta con la cassiera, di avere una conversazione per strada, seppur minima. È questo che, per prima cosa, vorrò riprendermi: la certezza che il contatto con l’altro non è pericolo ma estrema ricchezza.

Per il resto, ho nitide nella mia mente le immagini del mio ultimo viaggio in Islanda, tra ghiacciai, distese innevate, prorompenti cascate, imponenti vulcani, scenari indescrivibili che mi hanno fatto versare lacrime di emozione. Allo stesso modo, vivono nel mio cuore i fiordi norvegesi, le scogliere irlandesi, le lagune scozzesi, le sierre brasiliane, i luoghi di culto giapponesi, i tramonti greci, il sole spagnolo, i colori portoghesi, l’aurora boreale finlandese e tanto, tanto, tanto altro ancora. Scorci dei miei viaggi e ricordi che il virus non può togliermi e che, prepotenti, si ostinano a farmi compagnia nei momenti di maggiore solitudine ricordandomi che, molto presto, torneremo a scoprire il mondo. Probabilmente con un sapore diverso, ancora più intenso.

Il mondo resta lì per noi, si farà presto ritrovare pulito, rigoglioso e rinnovato, regalandoci la possibilità di assaporare ancora di più il momento in cui ci immergeremo in lui. Sarà una sensazione meravigliosa, eppure sembra davvero così poco importante adesso che le priorità sono bruscamente cambiate.
Come ha detto il Presidente del Consiglio Conte: “la lista dei morti è una ferita aperta, alla fine ci saranno tanti patrioti”. Pensiamo a loro e alle loro famiglie, e chiediamoci se stiamo davvero vivendo male questa quarantena oppure se siamo smisuratamente fortunati, anche se costretti in piccoli spazi o lontani da casa, per la sola possibilità di poter prendere il telefono, sentire la voce delle persone che amiamo e saperle in salute.

venerdì 3 aprile 2020

#TeloscrivosuWhatsApp di Gabriele Fascetta



Questa è la frase che sta facendo il giro all'interno del mondo rap perché rappresenta in maniera concisa e diretta il momento storico che in un certo senso stiamo vivendo tutti.
Così è diventata fonte d'ispirazione per il titolo del nuovo pezzo del rapper italiano Clementino: la canzone racconta l'esigenza che abbiamo di scriverci su WhatsApp, nel modo più leggero possibile, in linea con lo stile dell'artista che cerca sempre di scatenare il sorriso sul volto di chi lo ascolta.

Questo brano, ad un orecchio più attento, racconta di questi giorni di quarantena in cui stiamo tutti utilizzando più che mai le applicazioni di messaggistica istantanea per comunicare con amici e parenti.

Ecco allora che intitolare una canzone "WhatsApp" risulta davvero appropriato, nella situazione attuale, diventando quasi la colonna sonora più adeguata a scandire le nostre giornate.
Anche altri artisti non si stanno perdendo d'animo e continuano a pubblicare la loro musica dando il buon esempio. Portare la serenità nelle nostre case è importante: abbiamo bisogno della musica per reagire meglio e le note di Ghali, J-Ax e Annalisa ci aiuteranno in questa missione.
Pure in questo mio articolo ti suggerisco di ritagliarti un po' di silenzio per te, sederti comodo, indossare le cuffie e mettere a tutto volume!

Il crollo dei miti



In fondo al post trovate il link da dove poter ascoltare la nuova puntata del podcast targato "Network senza confini". Stasera una breve digressione storica ad opera di Vincenzo Roberto Cassaro, amplificata dalla musica di Gabriele Fascetta con Nino Carpitella alla conduzione radiofonica di questo progetto cultural-virtuale.

BUON ASCOLTO!

giovedì 2 aprile 2020

Cinderella humanity



Dovremmo imparare a danzare attorno al nostro avversario per schivare meglio i colpi bassi delle giornate più faticose e reagire. Puntata culturale con Gioacchino Castiglione e Gabriele Fascetta alla regia. Conduce il podcast Nino Carpitella.

ASCOLTACI

mercoledì 1 aprile 2020

Tecnologia 8D



Ciao a tutti ragazzi,
Oggi vogliamo raccontavi dell’evoluzione tecnologica in ambito musicale per introdurvi alla rinomata Tecnologia in 8D. Avete ricevuto un messaggio su whatsapp con un link o un file audio da ascoltare? (No? A fine articolo potete fruire di un brano suggerito da noi!).
Però prima vi spiegheremo di cosa si tratta e quale gamma di sensazioni proverete.

Il termine "8D" deriva dall'effetto audio tridimensionale, realizzato da specifiche configurazioni microfoniche permettendo le prime registrazioni negli anni '70, con relativi mix e riproduzioni audio. 
Indossate le cuffie, anche quelle del cellulare vanno benissimo, chiudete gli occhi... 

Il risultato finale sarà un suono a forma di sfera capace di catapultarvi all'interno del brano. La sensazione è proprio quella di essere al centro di un turbinio di suoni che si spostano in maniera armonica da un orecchio ad un altro.

Io l'ho provato in prima persona, prima di scrivere questo articolo ed è una sensazione meravigliosa. Lasciatevi trasportare e avrete la sensazione che il suono non provenga più dalle cuffie, ma come se ci fossero delle casse dietro e intorno a voi. 
Questo modo di ascoltare la musica è una innovazione proprio perché regala la possibilità di viaggiare, nella nuova dimensione 8D!

Buon Ascolto!

The social directors

I l progetto LiSoFi di mobilità e formazione per operatori giovanili si svolgerà a Trapani dal 12 al 22 marzo, ospitato dall'associazion...