venerdì 20 novembre 2020

Puntata di apertura per la nuova stagione radiofonica 2020/2021 su Zakradio


Di nuovo in radio per la II stagione del podcast
Sabato e domenica alle 9.30 e alle 16.30


Puntata con Nino Carpitella e Gabriele Fascetta
dai microfoni del Network sul canale Mixcloud

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domenica 15 novembre 2020

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?


Opera realizzata da Gauguin nel 1897, olio su tela di iuta, dalle misure considerevoli di 1,39 x 3,74 metri.


Bisogna leggerla "all'orientale" da destra verso sinistra, senza trascurare il delicato stato d'animo dell'artista in preda ad un forte disagio esistenziale. Un tentativo di rappresentazione della vita dell'uomo moderno, una fuga dal contesto urbano alla ricerca di un contatto profondo con la natura incontaminata perché l'unica realtà terrena con la quale sia possibile convivere in una armonia perfetta.

sabato 14 novembre 2020

Tutela della persona del lavoratore per l’inserimento nell’ambiente di lavoro e percorsi di integrazione per gli stranieri

Nella materia relativa alle condizioni di lavoro è trattato diffusamente lo svolgimento della mansione del lavoratore insieme alla disciplina dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro: esse congiuntamente vanno a conformare l’attuazione concreta dell’obbligazione lavorativa da svolgersi sotto l’esercizio del potere direttivo del datore di lavoro garante della tutela del lavoratore.
L’esigenza di tutelare la persona del prestatore viene soddisfatta da un sistema di garanzie di spazio e tempo perché da un lato vi sono da rispettare determinate condizioni ambientali, cioè i requisiti minimi per quanto riguarda l’igiene e la sicurezza, e dall’altro la durata della prestazione attraverso un prestabilito orario di lavoro.
In questo modo la discrezionalità del datore non si configura come illimitata nei confronti del prestatore e questo rappresenta un importantissimo caposaldo all’interno del rapporto di lavoro.


Il soggetto assunto viene inserito, potremmo dire incardinato, gradualmente all’interno dell’organizzazione produttiva permettendogli di prendere dimestichezza con tutto quello che prevede il coordinamento dei fattori naturali ed artificiali deputati alla produzione.
La comprensione dei ritmi e dei tempi di lavoro non è detto che sia immediata e prima della definitiva assegnazione della mansione bisogna essere sicuri che il prestatore conosca in maniera adeguata le attrezzature di lavoro e tutto quello con cui dovrà interagire per evitare di mettere a rischio l’incolumità propria e degli eventuali colleghi.
Nell’ambiente di lavoro viene tutelata la persona fisica del lavoratore e la sua personalità morale: ragion per cui il nostro ordinamento prevede per tutti gli addetti alle lavorazioni, soprattutto quelle potenzialmente pericolose o nocive, il diritto di essere assicurati contro gli eventi dannosi lesivi della attitudine psicofisica al lavoro del singolo.
Essi possono anche manifestarsi per caso fortuito e cioè indipendentemente dalla colpa diretta del datore o del prestatore. [1] Così al tradizionale principio della colpa a fondamento della responsabilità civile dell’imprenditore si sostituisce quello relativo al rischio professionale e alla base di tale forma assicurativa viene posto l’esonero della responsabilità del datore di lavoro se in capo al lavoratore si verificano eventi dannosi assicurati: l’infortunio e la malattia professionale.
L’eventuale risarcimento per il lavoratore sarà realizzato dall’ente assicuratore che prevede delle indennità per i periodi di sospensione obbligata del lavoro o il pagamento di una rendita in caso di evento lesivo che abbia causato una inabilità permanente.
Ci stiamo addentrando all’interno del diritto del lavoro e approfondiremo l’aspetto relativo alla sicurezza dei lavoratori perché in Italia, come nel resto d’Europa, spesso l’occupazione delle persone straniere avviene in vista di mansioni che prevedono lavori pericolosi e dannosi per la salute del prestatore.


In tale quadro e basandosi sui dati del CNR [2] sappiamo che fino al 2018 solo un immigrato su otto svolgeva un lavoro altamente qualificato. Di ciò si occupa anche la Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, nel nono Rapporto governativo annuale su “Stranieri nel mercato del lavoro in Italia” del luglio 2019, ha sottolineato come l’inserimento occupazionale dei migranti (comprendendo pure i richiedenti asilo e i rifugiati) sia fondamentale per le nazioni del mondo ad alto tasso immigratorio. [3]
Tra di esse si colloca l’Italia, con un numero di emigrati maggiore rispetto a quello degli immigrati, chiamata quindi ad interrogarsi sui propri scenari futuri senza trascurare la natalità quasi nulla e il tasso di anzianità che si colloca tra i più alti al mondo.
In tutta «Europa l’occupazione dei migranti è in linea con quella degli autoctoni» e anzi in Italia questo dato è di poco superiore perché gli stranieri «sono costretti a lavorare per non vedere fallito il proprio sogno migratorio e sono quindi disposti a fare anche i lavori meno qualificati e più pesanti, in particolare le prime generazioni» secondo Mattia Vitiello del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Nel contesto industriale sono soprattutto gli stranieri a svolgere i lavori più pericolosi e dannosi per la salute, quelli che tendenzialmente gli italiani possono ‘scegliere’ di non fare.
Le conseguenze si possono desumere dalle statistiche INAIL sugli infortuni sul lavoro che hanno fotografato un passaggio dal 3.8% al 7,6% con un raddoppio dell’incidenza degli infortuni dei lavoratori extracomunitari nel 2019.
Nello specifico i migranti lavorano più diffusamente come operai nelle aziende manifatturiere del Nord, braccianti agricoli, assistenti domestici o nei settori del terziario e nella ristorazione.
Queste sono le occupazioni che rientrano nel lavoro regolare, purtroppo in Puglia, Campania, Sicilia e anche nei campi localizzati in Veneto e Piemonte è presente il fenomeno del caporalato che sfrutta «gli stranieri senza permesso di soggiorno regolare, compresi richiedenti asilo o addirittura titolari di protezione internazionale» trattasi di numeri consistenti che non vengono annoverati nelle statistiche perché non accedono al mondo del lavoro regolare.


Nell’agricoltura capitalizzata sul mercato globalizzato o si riesce a vendere il prodotto a poco oppure non lo si vende affatto: in questa ottica la questione e i problemi si amplificano perché non basterebbero nuove leggi governative anti-caporalato, ma andrebbe attenzionato e tutelato l’intero contesto produttivo-agricolo nazionale.
Rifocalizzandoci sull’inserimento lavorativo dei migranti, la direzione migliore appare quella di una interazione tra ambito pubblico e privato dove il Sistema di protezione rifugiati e richiedenti asilo continui a garantire: da un lato la formazione linguistica e dall’altro quella lavorativa-professionale.
Di modo che, chi si trovi in attesa di risposta da parte della protezione internazionale, se assunto possa essere informato e formato in sicurezza e salute per lo svolgimento della propria mansione rispettando tutti gli obblighi che gravano sul datore di lavoro.
In materia di migrazione vengono affrontati i profili riguardanti i lavoratori altamente qualificati, ai quali è consentita la mobilità in UE attraverso la Carta blu, e i lavoratori stagionali.
Per questi vengono stabilite le condizioni di ingresso e soggiorno per motivi di impiego cercando di regolamentare la domanda di manodopera straniera in UE, al tempo stesso affrontando il fenomeno della migrazione irregolare e lo sfruttamento dei lavoratori migranti [4] purtroppo ad oggi con scarsi risultati.
Nelle situazioni di lavoro regolare viene garantito il diritto di cambiare datore di lavoro e sono previste anche importanti disposizioni in materia di alloggio, risarcimento e presentazione di eventuali denunce. Venendo altresì sancita la parità di trattamento dei lavoratori stagionali rispetto ai cittadini comunitari per tutti gli aspetti riguardanti le condizioni di impiego, il diritto di sciopero, il pagamento degli arretrati, la sicurezza sociale, l’istruzione e le agevolazioni fiscali da attuare a maggior ragione se in presenza di prestazioni familiari e disoccupazione.
Anche perché i licenziamenti prodotti dalla crisi economica del 2008 hanno interessato la componente migrante della popolazione orientandola a trovare occupazione con maggiore facilità nel lavoro agricolo. [5]


In tale settore la percentuale di manodopera straniera è considerevolmente elevata, infatti si parla di veri e propri processi di “agrarizzazione dei migranti” e di “ruralizzazione dell’immigrazione”. [6] I numeri dei dati ufficiali relativamente ai lavoratori migranti in agricoltura non possono rispecchiare l’esatta realtà, però l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale mette comunque a disposizione degli indicatori interessanti [7] dai quali risulta che i migranti non raggiungono di poco la soglia di un terzo dell’intera manodopera agricola (tabella 1 - Corrado Alessandra, 2018).
In tal senso è apparso lungimirante l'indirizzo del ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova. All’interno del Decreto Rilancio presentato dal premier Giuseppe Conte, per fronteggiare il periodo di crisi a valle del lockdown italiano, sono stati destinati 1 miliardo e 150 milioni di euro all’agricoltura. [8]
Al di là dei fondi «finalizzati ai settori che hanno maggiormente sofferto» relativi al «florovivaismo, all’agriturismo e alla filiera vino […] avendo bloccato ristoranti e enoteche» come ha puntualizzato Teresa Bellanova nel corso della conferenza stampa del 13 maggio 2020, viene finalmente posto l’accento sulla emersione dei rapporti di lavoro dei migranti “invisibili” che da tempo vengono «sfruttati nelle campagne e in false cooperative dove venivano date persone in prestito, per lavorare» potendo ora accedere ad un permesso di soggiorno (immagine - Il giornale dell’agricoltura italiana).


La regolarizzazione prevista dall’art. 110 bis del DL Rilancio non rappresenta un aspetto accessorio, ma un accorgimento importante per evitare la pratica sleale del lavoro sommerso e dello sfruttamento. [9]
Potrà infatti essere presentata un’istanza da parte del datore per la conclusione di contratti di lavoro subordinati con cittadini stranieri presenti nel territorio italiano anche per quelli sprovvisti di permesso di soggiorno. [10]

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[1] Ghera Edoardo, Garilli Alessandro, Garofalo Domenico, Diritto del lavoro, G. Giappichelli Editore, Torino, 2013.

[2] Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande ente pubblico di ricerca italiano sotto la diretta vigilanza del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Si occupa di svolgimento, promozione, diffusione, trasferimento e valorizzazione delle attività di ricerca scientifica e tecnologica nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per favorire il progresso scientifico, tecnologico, economico e sociale. Nel 2018 si è classificato al decimo posto tra gli enti pubblici di ricerca più innovativi del mondo.

[3] Biella Daniele, Lavoro di migranti e rifugiati: luci e ombre in Italia e in Europa, Vita Società Editoriale, Milano, 2019.

[4] Corrado Alessandra, Migrazioni e lavoro agricolo in Italia: le ragioni di una relazione problematica, Open Society, European University Institute, Fiesole, 2018.

[5] Caruso Francesco Saverio, Corrado Alessandra, Migrazioni e lavoro agricolo: un confronto tra Italia e Spagna in tempi di crisi, Rapporto 2015 sulle migrazioni interne in Italia, Donzelli, Roma, 2015.

[6] Corrado Alessandra, Migrazioni e lavoro agricolo in Italia: le ragioni di una relazione problematica, Open Society, European University Institute, Fiesole, 2018.

[7] Pugliese Enrico, I braccianti agricoli in Italia: tra mercato del lavoro e assistenza, Franco Angeli editore, Milano, 1984.

[8] Benocci Lorenzo, Decreto Rilancio, 1 miliardo e 150 milioni di euro per l’agricoltura. Regolarizzazione immigrati, Il giornale dell’agricoltura italiana, Roma, 2020.

[9] Benocci Lorenzo, Decreto Rilancio, 1 miliardo e 150 milioni di euro per l’agricoltura. Regolarizzazione immigrati, Il giornale dell’agricoltura italiana, Roma, 2020.

[10] Tei Corrado, Approvato il Decreto Rilancio. Sintesi misure provvedimento Consiglio dei ministri, Agricultura.it, Roma, 2020.
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Testo estratto da "Migranti e integrazione attraverso il lavoro" di Antonino Carpitella in Sociologia dell'educazione per il master in Consulenza nei contesti educativi di formazione permanente.

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