mercoledì 10 giugno 2020

L'impatto del volume


La nostra attenzione viene catturata dal colore, dalle dimensioni e dalla forma di una data cosa. Ci colpisce quindi la “grandezza” delle cose, il loro volume. Ma per “volume” cosa intendiamo di preciso?
La prima cosa a cui pensiamo è la caratteristica fisica degli oggetti. Infatti, per volume si intende l’estensione nelle tre dimensioni (lunghezza, larghezza, profondità) di qualcosa.


In arte, c’è una significativa differenza tra volume reale e volume raffigurato. Il volume reale è quello di fronte al quale si trovano gli architetti e gli scultori: lavorando con materiali plastici e in tre dimensioni. Il volume raffigurato, invece, è quello che ci permette di rendere tridimensionali gli oggetti su un supporto a due dimensioni, come il foglio di carta, la parete o la tela. L’elemento fondamentale per una rappresentazione verosimile del volume è la riproduzione equilibrata dei rapporti tra luce e ombra.


Il volume, nel linguaggio comune, può anche essere ricondotto al suono ed associato alla sua intensità, determinata dalla pressione che l'onda sonora esercita sul timpano. Il volume di un suono è la categoria a cui appartengono tutti gli attributi secondo cui lo ordiniamo da debole a forte. 
In acustica, ed in particolare nell’elettroacustica, ai fini di regolare il volume serve un amplificatore elettroacustico; questo è dotato di un regolatore, e agendo su questo è possibile variare l’intensità energetica dei suoni emessi dal riproduttore acustico (per es., un altoparlante) cui l’amplificatore stesso fa capo.


Sappiamo che il volume può essere riferito a solidi e liquidi, ma anche a sostanze aeriformi (le quali però non possiedono un volume proprio): ci si riferisce per esempio al volume d’aria contenuto nei polmoni. Come può l’aria avere un volume essendo qualcosa di intangibile ed apparentemente immateriale?


È piuttosto consueta la perifrasi “regolare il volume a” ma si può regolare il volume delle proprie emozioni? Si possono ridimensionare le emozioni negative o si possono amplificare quelle positive? Oppure sta tutto nel rapporto di equilibrio delle emozioni? Forse ogni emozione ha il suo volume specifico e ci colpisce a seconda della sua intensità. Forse possiamo dominare in parte l’impatto di alcune emozioni in modo tale da non farci travolgere, per non farci “schiacciare”.


A me piace pensare che ogni emozione sia Unica, dotata di un suo volume più o meno ingombrante, e più o meno controllabile. Un po’ come canta J-Ax nel brano “Volume” (degli Articolo 31): «Volume nella voce di chi dice, "Io esisto" […]  A volte per colmare un vuoto, serve più volume, A volte serve una valvola di sfogo […] Perché io penso che il volume sia un diritto […] Questa vita è mia e voglio volume». E voi che ne pensate?

Dott.ssa Victoria Maribel Astuto
sezione "Arte, musica e letteratura"

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