sabato 13 giugno 2020

L'amore fa "battere" il c...ervello!


L'amore non si può avere a comando, è un regalo di un cuore a un altro cuore”: se anche voi, come il filosofo indiano Paramhansa Yogananda, pensate che l’amore risieda nel cuore beh, vi consiglio di non continuare a leggere, non vorrei rovinare le vostre aspettative! Sapete perché? Perché in realtà le cose non stanno proprio così. 


Da sempre il simbolo e l’organo del corpo associato all’amore e all’innamoramento è il cuore: insieme allo stomaco (dove compaiono le famose farfalle!) è quello che, con la variabilità dei suoi battiti, percepiamo nell’immediato ed in maniera più chiara. Questo ci porta spesso a considerare il battito accelerato, tipico delle sensazioni di innamoramento come la causa e non, come nella realtà, la conseguenza di un processo di cui l’autore è, signore e signori, proprio il cervello!

Tutto inizia dalla fase di attrazione sessuale: il testosterone e gli estrogeni (gli ormoni maschili e femminili) determinano l’eccitabilità di un possibile incontro e l’olfatto, che da sempre è il senso maggiormente implicato nella sessualità, fa il resto. 
Una volta scattata la “scintilla” fisica, le fasi di passioni vengono nella maggior parte regolate dalla nostra cara amica dopamina, la superstar dei neurotrasmettitori, la regina del volere e del piacere! 


Nel processo di innamoramento infatti la dopamina produce il tipico senso di eccitazione e desiderio. Non dimentichiamoci però del famoso effetto del “chiodo fisso”: il birbante responsabile è il cortisolo, chiamato ormone dello stress, che davanti a un meraviglioso amore nascente decide di presentarsi in grandi quantità determinando sensazioni di ansia e abbassando i livelli della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. Bassi livelli di serotonina si riscontrano non solo nella depressione ma anche nei disturbi ossessivi compulsivi: ecco perché quando siamo innamorati ci sembra di non riuscire a pensare a nient’altro! Inoltre, ad accelerare il battito del nostro cuore quando guardiamo o pensiamo al nostro partner, ci pensano l’adrenalina e la noradrenalina.

La fase successiva, quella dell’amore duraturo e maturo è invece determinata dalla vasopressina (responsabile della prosecuzione della specie) e dall’ossitocina (responsabile dei legami di attaccamento).


L’amore è come una droga”: la vista del nostro partner infatti può scatenare una dose così elevata di neurotrasmettitori tale da portare a una vera e propria crisi di astinenza nel caso di rottura del rapporto!

Negli anni però ci rilassiamo e le acque si calmano…cortisolo e serotonina tornano ad essere presenti in dosi normali riducendo il senso del chiodo fisso e lo stress. 
L’amore è quindi un’esperienza totalmente neuronale, in particolare del sistema limbico… e non suona di certo molto romantico ma è  giusto dare a Cesare quel che è di Cesare! È vero anche, cari sognatori, che quando siamo con la persona amata il cervello non si fa sentire, mentre il cuore batte forte.

Dott.ssa Chiara Aglieri Rinella - psicologa
Benessere e salute #neuropsicologia

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