giovedì 28 maggio 2020

Alexander, la vita di un uomo straordinario


Magnus (magno) è l'appellativo con cui viene ricordato dai latini Alessandro di Macedonia, un privilegio che si era soliti riservare solo alle persone che oggi definiremmo "straordinarie". I Greci, infatti, al tempo in cui visse, lo avevano chiamato Μέγας Ἀλέξανδρος, ovvero Alessandro il Grande. Ma chi era quest’uomo? E cos’è che permise gli di passare alla storia come una figura così grandiosa?
La sua vita è raccontata nel film di Oliver Stone, intitolato Alexander, uscito nelle sale  nel 2004. Il registra per i suoi personaggi ha reclutato un cast stellare con attori del calibro di Colin Farrell, Angelina Jolie, Val Kilmer, Jared Leto, Anthony Hopkins e Jonathan Rhys-Meyers. Un film che riesce a portare sullo schermo la storia, il carattere e l'atmosfera in cui visse uno degli eroi più affascinanti della storia di tutti i tempi. 

La fama di Alessandro (356-323 a.C) deriva principalmente dal fatto che egli, in soli dodici anni, riuscì a conquistare un territorio vastissimo, quello dell’Impero persiano, una regione che oggi comprenderebbe l’Afghanistan, il Pakistan, l’India, l’Egitto e i territori della penisola anatolica. Ad aiutare Alessandro nel compiere un’impresa di tale portata furono certamente delle circostanze storiche favorevoli, basti pensare alla crisi dell’impero persiano e delle πόλεις greche o  alla campagna di conquista già inaugurata da suo padre. Tali fattori, tuttavia, non sono sufficienti a mettere tra parentesi il coraggio, lo straordinario carisma e l’abilità strategico-militare che l’eroe macedone aveva in dote. Come si può vedere anche da alcune scene del film, infatti, Alessandro scendeva in campo al fianco dei suoi soldati, incoraggiandoli grazie alle sue notevoli doti comunicative che utilizzava sia per guadagnarsi la benevolenza e la fiducia dei suoi, sia per spaventare e neutralizzare i nemici. 

Del resto, non possiamo dimenticare che Alessandro ebbe come maestro uno dei più grandi filosofi della storia: Aristotele. Lo vediamo nel film mentre insegna, al condottiero ancora fanciullo, la morale del “giusto mezzo” e l’amore virtuoso. Aristotele educò Alessandro per tre anni, dal 343 al 341 a.C., ma i rapporti tra i due continueranno, seppur con altri e bassi, quasi per tutto il periodo in cui Alessandro visse. Esiste, infatti, un opera attribuita ad Aristotele ma scritta in realtà nel medioevo (dunque da uno Pseudo-Aristotele), dal titolo Secretum Secretorum, concepita come un libro di istruzioni per chi governa, nato da uno scambio epistolare proprio tra il filosofo e il suo allievo Alessandro. È opportuno, tuttavia, precisare che nonostante la sua formazione di base, l’opera e il modo di pensare dell’eroe macedone si discostarono molto da quelle del suo maestro.

Uomo di grande carisma e intelligenza, Alessandro Magno potrebbe essere visto come l’incarnazione storica di Ulisse, così dedito al viaggio e alla scoperta, così curioso delle mondo e così desideroso di spingersi sempre al di là del limite. Questa inclinazione di Alessandro e questa sua grande apertura verso l’ “altro”, inteso come “diverso”, si manifesta anche nella scelta di sposare Rossane, figlia di Ossiarte, il satrapo di Battriana (oggi territorio a Nord dell’attuale Afghanistan). 

Era un dio o quanto di più vicino a un dio io possa avere mai visto. "Tiranno" urlano senza pensare. Io rido: nessun tiranno restituì al mondo così tanto. Ci vogliono uomini forti per governare. Alessandro era molto di più. Era Prometeo, un amico dell'uomo, ha cambiato il mondo. Prima di lui c'erano le tribù. Dopo di lui tutto poteva essere. D'un tratto si percepì che il mondo  poteva stare sotto il governo di un re e diventare migliore per tutti. Fece erigere diciotto grandi Alessandrie. Un grande impero, non fatto di terre e oro, ma più un luogo della mente.
È con queste parole che, nel film, Tolomeo I Sotere descrive l’amico e compagno Alessandro. Questo dialogo non si discosta affatto dall’aura di sacralità che ha avvolto l’eroe macedone nel corso nella storia. Si pensi, ad esempio, che l’imperatore romano Alessandro Severo, vissuto nel terzo secolo dopo Cristo, teneva all’interno del suo larario anche un’immagine di Alessandro Magno, collocandolo “assieme ai migliori e agli dei” tra i quali si potevano distinguere Apollonio, Cristo, Orfeo e Abramo. 

Un personaggio che ha lasciato la sua orma indelebile nella storia e che si erge come modello da imitare e simbolo di ambizione, coraggio, apertura e successo. “Tutta la via ha combattuto per liberarsi dalla paura. E così, lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia. E se il suo desiderio di riconciliare Greci e barbari finì nel baratro del fallimento (e che fallimento), il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Gloria e memoria apparterranno per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi e colui che ora chiamano Megal Aléxandros (Tolomeo, dialogo conclusivo). 


Dott.ssa Simona Lorenzano
sezione "Cinema e cultura" senza confini


Bibliografia 
M. Pereira, La filosofia del Medioevo, Carocci Editore, Roma, 2016.
M. Bettini, Elogio del politeismo, il Mulino, Bologna, 2014.

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